Qualcosa è cambiato con la nostra pizza!
C’era una volta la pizza, piatto popolare per eccellenza, continua a leggere e scoprirai cosa abbiamo deciso di cambiare.
Con ingredienti naturali, la pizza è più buona e questo è un punto fermo!
Se leggerai fino alla fine capirai quanto questo sia importante anche per te!
Si esatto! E’ importante per te che DEVI SAPERE cosa mangi quando scegli una pizza. Ma iniziamo.
C‘era una volta la pizza, piatto popolare per eccellenza, fatta di pochi ingredienti e alla portata di tutti.
Poi è arrivata la pizza gourmet, che ha portato una maggior ricerca, l’attenzione verso gli ingredienti di qualità, la sperimentazione. E la Margherita, in alcuni casi, è arrivata a costare 10 euro.
E così ora entri in una pizzeria ed il menù delle pizze è lungo del romanzo di Artaméne. La prima domanda che dovresti porti è “ma come si fa a conservare bene tutti questi ingredienti per fare tutte queste pizze?”… ops! questo è meglio che non te lo chiedi. Torniamo a noi!
Torniamo alla pizza gourmet che ha portato a una notevole differenziazione di tipologie d’impasto, ad una grande ricerca di ingredienti per il topping e più in generale a continue innovazioni, alcune riuscite ed altre no! (C’è gente che ha messo sulla pizza anche gli spaghetti, il ragù, le penne all’arrabbiata… sulla pizza!!)
Poi i diversi modi di proporle, al piatto, al metro, al chilo, con ingredienti a piacere ecc…
Così che uscire a mangiare una pizza si è trasformato sempre sempre di più in un senso di colpa alimentare, oltre che ad un’accelerazione glicemica, ad una festa a base di colesterolo e trigliceridi.
Ma per fortuna la pizza ha già una sua unicità e con il tempo, si sta ritornando un po’ alla semplicità originaria, alla ricerca di ingredienti freschi, impasti semplici e naturali, ai prodotti biologici.
E’ vero!
Non esiste una sola tipologia di pizza e la pizza ha diritto di personalizzazione sia nel gusto sia nel processo di lavorazione. Dalla scelta delle materie prime alla loro valorizzazione con i vari metodi di cottura, quindi, probabilmente, se le personalizzazioni piacciono, va bene così (ma per favore togliete quegli spaghetti dalla pizza!).
CHE COSA ABBIAMO CAMBIATO
Se hai letto fin qui vuol dire che ti interessa sapere che cosa abbiamo cambiato. Te lo diciamo subito.
Per noi “la pizza è più buona è fatta con ingredienti naturali, meglio se biologici”
Non siamo una pizzeria, quindi, ci permettiamo di tornare agli ingredienti base e alle origini naturali.
E’ per questo che abbiamo deciso di togliere una serie di ingredienti dalla nostra dispensa, lasciandone solo alcuni naturali e biologici (di stagione).
Non solo, abbiamo deciso estendere l’uso di farine locali ed oltre che alla nostra di grano, utilizziamo la farina di grano di solina coltivato qui (sotto casa!). Nessuna farina rinforzata, nessuna miscela.
Ma non ci siamo fermati a questo.
Nel nostro agriturismo “vogliamo innovare ma anche cucinare le tradizioni” .
Abbiamo reintrodotto la “pizza ripiena”, quella che non mancava mai a casa dei nostri nonni. Bastavano “due broccoletti ed un po’ di farina” e ti preparavano uno spuntino a modo! Le nostre ripiene sono con le verdure di stagione (ora con i broccoletti, i cavoli o le verze), con la salsiccia…
“Mangiare una pizza” non è solo nutrirsi, può essere un pasto o uno spuntino veloce ma si sceglie anche per occasioni di svago e divertimento, come una cena tra amici o in famiglia. Per questo abbiamo deciso di proporvi anche dei menù specifici per le vostre occasioni.
Il nostro futuro è nella qualità ma anche nelle tradizioni
Ti aspettiamo per provare anche le nostre pizze!
il Timo
Leggi anche: come fare il pane di solina
Proseguendo il nostro viaggio su come fare il pane, oggi paleremo di un pane dal sapore antico! Un pane preparato con un grano macinato a pietra e che è davvero molto particolare: il grano di solina.

Esistono detti popolari che testimoniano la stretta connessione tra questa varietà e la vita della gente abruzzese. Si dice, ad esempio, “quella di solina aggiusta tutte le farine”, oppure “se il contadino vuole andare al mulino, deve seminare la solina”. Un tempo era apprezzata soprattutto per la costanza produttiva, che garantiva la sopravvivenza delle famiglie contadine.
Il grano Solina ha un basso contenuto di glutine, un tenore proteico elevato, ed è l’ideale per praticare il metodo dell’agricoltura biologica.
Dal grano tenero di Solina si ricava una farina morbida al tatto, poco tenace, di colore chiaro e dal particolare profumo di montagna, e facilmente lavorabile a mano. Viene lavorato per ottenere la farina per i prodotti di panificazione artigianale, in particolare il pane casereccio, la pasta fatta in casa e la pizza.

Tempo di preparazione: 15 ore tra riposo e lievitazione, 1 ora di preparazione. Difficoltà: media
Dosi per: 4/6 persone
Ingredienti:
700g di farina integrale di solina
400g di acqua
Un cubetto di lievito di birra
10 g di sale
1 cucchiaino di miele
Procedimento:
Questo tipo di impasto, essendo molto rustico e granuloso, ha bisogno di un po’ più di acqua rispetto al pane che facciamo solitamente.
Utilizziamo come nell’impasto classico, un impasto diretto, quindi mettiamo tutti gli ingredienti nella planetaria e la facciamo girare per qualche minuto, controlliamo che l’impasto non si attacchi troppo alle pareti (questo tipo di grano è molto grezzo e presenta anche tracce di crusca) e facciamo incordare l’impasto impastando per 10 minuti circa.
Prendiamo poi l’impasto, lo mettiamo su un piano da lavoro infarinato e gli diamo qualche piega a mano dandogli una forma di pagnottina, lo mettiamo a lievitare in un recipiente apposito coperto con la pellicola, e lo lasciamo in frigo tutta la notte.
La mattina seguente riprendiamo l’impasto, aspettiamo che arrivi a temperatura ambiente lasciandolo lievitare, ci vogliono circa 3 ore.
A questo punto riprendiamo l’impasto, e gli diamo la forma della pagnotta, lo mettiamo di nuovo a lievitare, direttamente su carta da forno, nei testi che andranno poi direttamente nel forno a legna, preriscaldato ovviamente, con una temperatura che si aggira intorno ai 220°. Prima di infornare facciamo dei tagli sulla pagnottina. Inforniamo e lasciamo il forno chiuso per 50 minuti.
Una volta trascorso questo tempo, il pane avrà un bel colore in superficie, apriamo il forno e lo lasciamo raffreddare.
Per avere un bel colore chiaro/scuro sulla superficie del pane basta fare il taglio sul pane (a croce o a strisce) subito prima di infornarlo. Appena fatti i tagli spolverate con la stessa farina la superficie, cosicché, quando il pane (con il calore del forno) si apre, cuocerà la parte dei tagli (che si apriranno in cottura), senza la farina, di un bel colore scuro, mentre le parti in cui avrete messo la farina rimarranno chiari.
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Come fare il pane secondo tradizione. Cenni storici e procedimento
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Le sue origini affondano nei primordi della civiltà, infatti la coltivazione e l’uso dei cereali risale al Mesolitico, quando i chicchi di grano venivano pestati e mescolati con l’acqua, mentre l’aggiunta degli agenti lievitanti risale all’epoca degli Egizi, narrata anche dalla Bibbia. Dal Medio Oriente poi la lavorazione del pane si diffuse in tutto il Mediterraneo, come dimostrano i forni comuni che iniziarono ad essere costruiti inizialmente nella Penisola Greca.

Dopo vari secoli di evoluzioni delle tecniche produttive, innovazioni agrarie e scoperte scientifiche, abbiamo ereditato una ricchissima varietà di tipologie di pane, ottenute scegliendo e unendo ingredienti semplici come farina, acqua, sale e lievito. L’uomo ha dato vita a quella che oggi definiamo arte bianca, garantendo a sé stesso e alle generazioni future un sostentamento genuino e ormai irrinunciabile.
Il pane è composto da pochissimi semplici ingredienti, e grazie ai contatti con le altre culture e le diverse tradizioni, nel corso dei secoli sono nati moltissimi tipi di pane, anche dalle forme più svariate. Ci sono anche alcuni tipi di pane detti speciali, ovvero quei tipi di pane realizzati con farine diverse da quelle solite, come la farina di solina, di segale, di soia, integrale, e via dicendo; sono ritenuti pani speciali anche quelli che nell’impasto hanno l’aggiunta di ingredienti aromatizzanti o grassi.

Il sistema diretto prevede una lavorazione unica, con l’aggiunta degli ingredienti in un’unica fase, fino a formare un impasto ben amalgamato ma non omogeneo, per poi essere rimpastato.
Il sistema indiretto invece prevede due fasi di lavorazione. Nella prima fase si prepara un composto a base di acqua, farina e lievito che può essere asciutto e quindi viene chiamato Biga, se invece questo impasto risulta semiliquido si chiama Poolish, e viene lasciato fermentare. Nella seconda fase, a questo primo “lievitino” vengono aggiunti tutti gli altri ingredienti.

Noi utilizziamo un sistema diretto lungo per la produzione del pane che accompagna i pasti nel nostro ristorante.



Forno a legna
Terminata la seconda fase di riposo, le inforniamo nel forno a legna, che rende il pane ancor più aromatico e fragrante, con una temperatura intorno ai 220°/250°; le pagnotte restano in forno, rigorosamente chiuso, per un’ora circa. Una volta sfornato, lasciando un odore inconfondibile di buon pane cotto che si sparge dappertutto… lasciamo raffreddare il pane in un luogo fresco e asciutto.

Pane con la zucca
Il pane che produciamo è uno di quei pani detti speciali, poiché ogni giorno nell’impasto viene aggiunto un aroma diverso; infatti alterniamo giornalmente il pane alle olive (che, grazie agli oli rilasciati dalle olive, tende ad essere particolarmente morbido), il pane alle noci (uno dei pani più graditi dai nostri clienti!) e quello alle erbe, l’ultimo pane nato nel nostro ristorante, che nell’impasto ha una particolare aggiunta di un mix di erbe aromatiche (timo, rosmarino, santoreggia, origano, maggiorana, timo limone) che dona al pane un gusto unico e particolare.
Venite ad assaporare la freschezza e la genuinità dei nostri pani unici!
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