Una ricetta di una crostata buonissima di media difficoltà da cuocere al forno. La crostata di pere mandorle e amaretti è adatta come dessert, per una colazione gustosa ma anche per thè pomeridiano tra amici.
INGREDIENTI
Per la pasta frolla:
250 gr di Farina 00
150 gr di Burro
100 gr di Zucchero a velo
40 gr di Tuorlo d’uovo
1/2 Bacca di vaniglia
1 gr di Sale
q.b. di Buccia di limone grattugiata
Per il ripieno:
400 gr di pere abate
50 gr di uvetta sultanina
3 cucchiai di liquore all’arancia
80 gr di burro
150 gr di amaretti
1 limone non trattato
1 cucchiaino di cannella in polvere
50 gr di zucchero a velo
30 gr di mandorle pelate
2 gr di sale
Preparazione
Preparare la pasta frolla:
Lavorare in planetaria con la foglia lo zucchero a velo con il burro (che deve avere una temperatura di circa 13°C), miscelandoli insieme senza montare. Aggiungere il tuorlo un pò alla volta per farlo assorbire omogeneamente al composto di burro e zucchero. Aggiungere i semi della mezza bacca di vaniglia, la scorza di limone grattugiata e la farina, far lavorare pochissimo, giusto il tempo necessario ad assorbire la parte acquosa del composto. A questo punto, fare un panetto, avvolgerlo con la pellicola, e riporlo in frigorifero per almeno 3/4 ore a riposare.
Sbucciate le pere, privatele del torsolo e riducetele a spicchi sottili, circa 3/4 mm. Lavate e asciugate il limone e grattugiatene solo la buccia. Sciacquate bene l’uvetta e successivamente ponetela ad ammollare per 1/2 ora nel liquore o in alternativa in acqua molto calda. Sciogliete a bagnomaria il burro senza farlo friggere e sbriciolate in una ciotola ampia gli amaretti. Riunite nella ciotola degli amaretti, anche le pere, due terzi del burro fuso, metà della buccia del limone e la cannella. Mescolate fate insaporire e tenete da parte. Tritate finemente le mandorle nel mixer e riunitele in una terrina con il burro fuso rimasto, 25 gr di zucchero a velo, il sale e la restante buccia del limone. Amalgamate bene e lasciate riposare l’impasto in frigo, coperto con pellicola, almeno 30 minuti.
Scaldate il forno a 180° in modalità statica, imburrate e infarinate lo stampo. Stendete la pasta frolla con l’aiuto del mattarello ad uno spessore di 4 mm, non dovete per forza usarla tutta regolatevi in base allo spessore con quello che vi avanza ci potete fare qualche biscottino. Foderate lo stampo e bucherellate il fondo con i rebbi di una forchetta. Distribuitevi sopra il composto di pere, livellate bene il ripieno. Prendete dal frigo l’impasto con le mandorle e sbriciolatelo sulla tutta la superficie della crostata. Infornate a 180° per 25/30 minuti circa, fino a doratura. Sfornate, lasciatela raffreddare su di una gratella, spolverizzatela di zucchero a velo e servite.
Questa crostata a livello di sapori e consistenze mi ha dato parecchia soddisfazione, senza contare che mi sono tolta le pere dalla vista prima che facessero una brutta fine.
CONSERVAZIONE
La crostata di pere mandorle e amaretti può essere conservata anche per cinque giorni in frigorifero.
Per la base: 100 gr di mandorle 200 gr di farina 00 150 gr di zucchero semolato 3 uova medie 200 ml di latte 120 gr di burro buccia grattugiata di mezzo limone 12 gr di lievito per dolci
Per la crema pasticcera al cioccolato bianco 250 ml di latte intero 2 tuorli 50 gr di zucchero semolato 20 gr di amido di mais
100 gr di cioccolato bianco buccia di un limone e metà del suo succo
Per la bagna al limoncello 100 ml di acqua 1 cucchiaio di zucchero semolato 30-40 ml di limoncello o Strega
Per la ganache al cioccolato bianco 300 gr di cioccolato bianco 200 ml di panna fresca
Tritate le mandorle insieme a 50 g di zucchero ( preso dal totale) in un mixer fino a ridurle in farina. A parte montate le uova con il restante zucchero semolato (100 g) e la buccia grattugiata di limone fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Unite poi il latte, la farina 00 setacciata insieme al lievito e in ultimo le mandorle tritate finemente. Aggiungete il burro fuso e fatto leggermente raffreddare, montate con le fruste a bassa velocità per incorporarlo del tutto. Infine aggiungete il pizzico di sale. Imburrate e infarinate due tortiere da 22 cm di diametro. Cuocete in forno preriscaldato e statico a 180° per circa 25-30 minuti. Sfornate e fate raffreddare completamente.
Per la crema pasticcera al cioccolato bianco:
Mescolate con una frusta, in una ciotola, i tuorli, lo zucchero.la buccia grattugiata di limone, l’amido di mais e mescolate fino ad ottenere un composto chiaro. Riscaldate nel frattempo il latte con due bucce di limone, spegnete ed eliminate le bucce. Aggiungete il latte caldo sulla crema di uova mescolate e trasferite il tutto in una pentola e cuocete a fuoco dolce fino a quando il composto non si addenserà. Appena inizierà a rapprendersi la crema è pronta. Aggiungete il cioccolato bianco tritato alla crema calda e mescolate bene. Trasferite la crema in una ciotola larga e coprite con pellicola a contatto.
Per la bagna al limoncello Riscaldate 100 ml di acqua insieme a due cucchiai di zucchero semolato.Mescolate fino a farlo sciogliere completamente. Spegnete il fuoco e aggiungete il limoncello ( o liquore Strega)
Per la ganache al cioccolato bianco: Tritate il cioccolato bianco finemente, portate la panna a sfiorare il bollore in un pentolino, spegnete e aggiungete il cioccolato bianco tritato, mescolate per farlo sciogliere completamente.
Componiamo la torta: Adagiate il primo disco su un piatto da portata, bagnatelo con la bagna al limoncello (o strega) farcite con uno strato di crema al cioccolato bianco. Aggiungete l’altro disco aggiungete un altro po’ di bagna sulla superficie e sui bordi. Ricoprite con la ganache al cioccolato bianco tutta la superficie della torta. Aggiungete poi tutte le mandorle a lamelle. Conservate in frigorifero per massimo due giorni ben chiusa ed estraete la torta 10 minuti prima di servirla.
Ingredienti per la base 120 gr di burro 100 gr di zucchero di canna 1 tuorlo 50 g di amaretti sbriciolati 230 g di farina 00 mezza bustina di lievito per dolci 1 pizzico di sale
Ingredienti per il ripieno 350 gr di ricotta vaccina 100 gr di zucchero semolato 1 uovo 100 gr di amaretti sbriciolati
Procedimento per il ripieno In una ciotola mescolare l’uovo con lo zucchero, aggiungere la ricotta e gli amaretti sbriciolati ed amalgamare il tutto. Tenere da parte.
Procedimento per la base In un mixer lavorare a crema il burro con lo zucchero di canna, aggiungere gli amaretti sbriciolati e tutti gli altri ingredienti. Azionare il mixer fino a creare un composto sbricioloso.
Rivestire una tortiera di 22 cm con carta forno. Prendere metà del composto sbriciolato e distribuirlo sulla base dello stampo schiacciandolo con un cucchiaio. Aggiungere il ripieno di ricotta e amaretti e ricoprire il tutto con il restante impasto. Cuocere in forno preriscaldato e statico a 180° per circa 40 minuti. Trascorso il tempo di cottura, far raffreddare completamente prima di servire.
Procedimento per il pan di spagna al cacao 5 uova medie
160 gr di zucchero semolato
100 gr di farina 00
30 gr di cacao amaro
30 gr di fecola di patate
buccia d’arancia grattugiata o vaniglia
1/2 bustina di lievito (favoltativo)
Ingredienti per la bagna 120 ml di acqua
50 ml di caffè ben ristretto o liquore a scelta preferito (Per una versione analcolica potete usare della bagna alla vaniglia o succo d’arancia)
1 cucchiaio di zucchero semolato
Ingredienti per la crema diplomatica al cioccolato 500 ml di latte intero
6 tuorli
120 gr di zucchero
30 gr di amido di mais
un cucchiaino di essenza di vaniglia o aroma vaniglia
60 gr di cioccolato fondente tagliato a pezzetti
250 ml di panna da montare
Il procedimentoper il pan di spagna al cacao Montate le uova con lo zucchero semolato fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Setacciate in una ciotola la farina 00, la fecola, il cacao amaro ed eventualmente il lievito. Aggiungete delicatamente in più riprese questi ingredienti con una spatola dal basso verso l’alto per evitare che si smonti. Aggiungete la buccia grattugiata d’arancia o l’aroma preferito. Versate l’impasto in due tortiere imburrate e leggermente infarinate da 22 cm. Cuocete in forno statico e preriscaldato a 170° per circa 50 minuti. Fate la prova stecchino per verificarne la cottura.
Procedimento per la bagna In un pentolino portate a bollore l’acqua insieme al cucchiaio di zucchero. Spegnete ed aggiungete il caffè oppure il liquore. Fate raffreddare completamente prima di usarla per la torta.
Procedimento per la crema diplomatica al cioccolato In un pentolino portate ad ebollizione il latte.In una ciotola aggiungete i tuorli con lo zucchero e mescolate con una frusta a mano, ottenendo un composto chiaro. Unite l’amido di mais setacciato, l’essenza di vaniglia continuando a mescolare.
Aggiungete a filo il latte caldo e mescolate. Trasferite il tutto nel pentolino e portate ad ebollizione mescolando bene e continuamente con una frusta a mano, quando si sarà addensata aggiungete il cioccolato fondente tritato e fate sciogliere completamente e mescolate.
Coprite con pellicola trasparentee lasciate raffreddare.
A parte montate in una ciotola la panna e aggiungetela delicatamente alla crema pasticcera al cioccolato.
Composizione della torta mimosa al cioccolato Estraete i pan di spagna dalle tortiere
Ricavate due dischi da entrambe i pan di spagna mettendone uno da parte.
Poggiate il primo disco di pan di spagna su di un piatto e bagnate con un pennellino tutta la base.
Farcite con un primo strato di crema diplomatica.
Procedete in questo modo fino a ricoprire l’ultimo disco di pan di spagna, con la crema diplomatica al cioccolato.
Prendete il pan di spagna messo da parte e ricavate dei cubetti che cospargerete su tutta la superficie della mimosa al cioccolato.
La torta mimosa al cioccolato è pronta, fatela riposare in frigorifero per qualche ora e servitela con una spolverata di zucchero a velo.
Montate a crema i tuorli con lo zucchero. A parte montate a neve gli albumi.
Unite ai tuorli con lo zucchero la farina, il cacao e il lievito e mescolare. Infine unite anche gli albumi e amalgamate fino ad avere un composto omogeneo.
Versate il tutto in una teglia rettangolare rivestita di carta forno livellate bene e cuocete in forno statico a 180 °C per 10 minuti.
Quando sfornate togliete subito la carta forno e avvolgete la pasta su un canovaccio umido e la lasciate finchè non si raffredda del tutto.
Pulite le pere e tagliatele a cubetti piccoli, metteteli in una padella con il cucchiaio di zucchero, il rhum e un po’ di cannella e far cuocere per 5 minuti.
Spalmate la marmellata sul rotolo e distribuitevi poi i pezzi di pere, scolando l’eccesso del liquido. Arrotolate la pasta e decorate con il cioccolato fuso oppure tagliate a fette e fare delle monoporzioni.
Lasciate in frigo almeno un paio d’ore prima di servire.
C’era una volta la pizza, piatto popolare per eccellenza, continua a leggere e scoprirai cosa abbiamo deciso di cambiare.
Con ingredienti naturali, la pizza è più buona e questo è un punto fermo!
Se leggerai fino alla fine capirai quanto questo sia importante anche per te!
Si esatto! E’ importante per te che DEVI SAPERE cosa mangi quando scegli una pizza. Ma iniziamo.
C‘era una volta la pizza, piatto popolare per eccellenza, fatta di pochi ingredienti e alla portata di tutti.
Poi è arrivata la pizza gourmet, che ha portato una maggior ricerca, l’attenzione verso gli ingredienti di qualità, la sperimentazione. E la Margherita, in alcuni casi, è arrivata a costare 10 euro.
E così ora entri in una pizzeria ed il menù delle pizze è lungo del romanzo di Artaméne.La prima domanda che dovresti porti è “ma come si fa a conservare bene tutti questi ingredienti per fare tutte queste pizze?”… ops! questo è meglio che non te lo chiedi. Torniamo a noi!
Torniamo alla pizza gourmet che ha portato a una notevole differenziazione di tipologie d’impasto, ad una grande ricerca di ingredienti per il topping e più in generale a continue innovazioni, alcune riuscite ed altre no! (C’è gente che ha messo sulla pizza anche gli spaghetti, il ragù, le penne all’arrabbiata… sulla pizza!!)
Poi i diversi modi di proporle, al piatto, al metro, al chilo, con ingredienti a piacere ecc…
Così che uscire a mangiare una pizza si è trasformato sempre sempre di più in un senso di colpa alimentare, oltre che ad un’accelerazione glicemica, ad una festa a base di colesterolo e trigliceridi.
Ma per fortuna la pizza ha già una sua unicità e con il tempo, si sta ritornando un po’ alla semplicità originaria, alla ricerca di ingredienti freschi, impasti semplici e naturali, ai prodotti biologici.
E’ vero!
Non esiste una sola tipologia di pizza e la pizza ha diritto di personalizzazione sia nel gusto sia nel processo di lavorazione. Dalla scelta delle materie prime alla loro valorizzazione con i vari metodi di cottura, quindi, probabilmente, se le personalizzazioni piacciono, va bene così (ma per favore togliete quegli spaghetti dalla pizza!).
CHE COSA ABBIAMO CAMBIATO
Se hai letto fin qui vuol dire che ti interessa sapere che cosa abbiamo cambiato. Te lo diciamo subito.
Per noi “la pizza è più buona è fatta con ingredienti naturali, meglio se biologici”
Non siamo una pizzeria, quindi, ci permettiamo di tornare agli ingredienti base e alle origini naturali.
E’ per questo che abbiamo deciso di togliere una serie di ingredienti dalla nostra dispensa, lasciandone solo alcuni naturali e biologici (di stagione).
Non solo, abbiamo deciso estendere l’uso di farine locali ed oltre che alla nostra di grano, utilizziamo lafarina di grano di solinacoltivato qui (sotto casa!). Nessuna farina rinforzata, nessuna miscela.
Ma non ci siamo fermati a questo.
Nel nostro agriturismo “vogliamo innovare ma anche cucinare le tradizioni” .
Abbiamo reintrodotto la “pizza ripiena”, quella che non mancava mai a casa dei nostri nonni. Bastavano “due broccoletti ed un po’ di farina” e ti preparavano uno spuntino a modo! Le nostre ripiene sono con le verdure di stagione (ora con i broccoletti, i cavoli o le verze), con la salsiccia…
“Mangiare una pizza” non è solo nutrirsi, può essere un pasto o uno spuntino veloce ma si sceglie anche per occasioni di svago e divertimento, come una cena tra amici o in famiglia. Per questo abbiamo deciso di proporvi anche dei menù specifici per le vostre occasioni.
Il nostro futuro è nella qualità ma anche nelle tradizioni
Lavorare, nell’impastatrice, a crema il burro con lo zucchero, aggiungere poi i tuorli,la farina, il sale, il lievito e impastare fino a formare un panetto morbido e liscio, avvolgerlo in pellicola trasparente e metterlo in frigo per 30 minuti.
Stendere la pasta frolla usando un matterello e sistemarla in una teglia imburrata lasciandola più alta lungo il bordo. Distribuire sulla superficie la confettura e fare un cerchio di amaretti imbevuti nel rum tutt’intorno.
Tritare a farina le mandorle nel mixer. Montare a neve ben ferma gli albumi con un pizzico di sale e, a metà operazione, aggiungere lo zucchero, infine, le mandorle tritate amalgamandole delicatamente. Versare il composto nello stampo, livellarlo leggermente e infornare il tutto per circa 40 minuti a 180°.
Per la base 300 g di farina 00 30 g di cacao amaro 100 g di nocciole tostate e tritate 2 uova medie 150 g di zucchero semolato 120 g di burro 8 g di lievito per dolci 1 cucchiaino di estratto di vaniglia 1 pizzico di sale
Per la crema al caffè 400 ml di latte intero 80 ml di caffè 1 cucchiaino raso di caffè solubile 150 gr di zucchero semolato 4 tuorli medi 40 g di amido di mais 80 gr gocce di cioccolato
Preparare la crema al caffè
In una ciotola sbattete con una frusta elettrica i tuorli con lo zucchero ottenendo così una crema. In un pentolino portate ad ebollizione il latte insieme alla vaniglia ed il caffè e successivamente allontanatelo dal fuoco. Aggiungete il cucchiaino di caffè solubile e mescolate. Versate metà del latte caldo sulla crema precedentemente preparata e aggiungete la farina. Trasferite il tutto di nuovo nel pentolino e portate ad ebollizione aggiungendo il restante latte. Mescolate con una frusta a mano, fino a quando la crema non si addenserà. Fate raffreddare completamente coperta con pellicola trasparente.
Procedimento per la base Tritate le nocciole tostate. Aggiungete il burro tagliato a pezzetti, lo zucchero, la farina 00, le uova e poi a mano a mano tutti gli ingredienti. Impastare fino a creare un composto sbricioloso. Rivestite una tortiera di 22-24 cm con carta forno. Prendete metà del composto sbriciolato e distribuitelo sulla base dello stampo schiacciando leggermente con un cucchiaio o con le mani. Aggiungete la crema al caffè, lasciando liberi i bordi e livellate con un cucchiaio. Aggiungete le gocce di cioccolato e coprite il tutto con il restante impasto. Cuocete in forno preriscaldato e statico a 180° per circa 45 minuti. Quando sarà fredda, estraete dalla tortiera e servite con abbondante zucchero a velo.
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Ingredienti: 75 Gr di Burro 100 Gr di Zucchero 1 Uovo 150 Gr di Farina 1 cucchiaino di lievito 10 amaretti albicocche sciroppate lamelle di mandorle (facoltative)
In una planetaria lavorate a crema il burro con lo zucchero, aggiungete poi l’ uovo, la Farina e il lievito e formate un panetto morbido e liscio avvolgetelo in una pellicola e lasciatelo riposare 30 minuti in frigorifero.
Nel frattempo imburrate ed infarinate uno stampo per crostate di 24 cm; trascorsi 30 minuti, togliete la pasta frolla dal frigorifero. Trasferite il panetto su di un piano di lavoro leggermente infarinato, mettete da parte un pezzo di pasta frolla per le strisce, dopo di che con un mattarello stendete la pasta frolla dello spessore di circa 1 cm e foderate lo stampo per crostate.
Bucherellate il fondo e cospargetelo di amaretti sbriciolati.
Disponete, a questo punto, le albicocche tagliate a spicchi, ricavate delle striscioline dalla pasta avanzata e disponetele a griglia sulle albicocche.
Infornate la crostata di albicocche per 30-35 minuti a 180°, lasciatela raffreddare e cospargetela con lo zucchero a velo
Il miele è un prodotto alimentare antinfiammatorio così saporito quanto sano.
Secondo l’ultimo studio del 2016 della Commissione sull’attuazione dei programmi a sostegno dell’apicultura, l’Europa è il secondo produttore al mondo di miele e in Italia vengono prodotti 23.000 delle 250.000 tonnellate di miele che si producono in tutta l’UE.
Noi, con le nostre 90 arnie (circa) contribuiamo a produrre circa 1500 Kg di miele all’anno.
Se in termini percentuali aumenta il numero delle colonie di api, diminuisce invece (-4%) quello degli allevatori. In particolare la Commissione Ue rileva tra gli elementi critici il peggioramento delle condizioni di produzione, l’aumento dei costi di produzione e la crescita delle importazioni di miele a basso costo dai paesi terzi creano una situazione di sempre maggiore concorrenza. Rispetto agli altri Paesi europei il consumo di miele in Italia è comunque molto basso, se si considera che la media europea è intorno ai 700 grammi e i tedeschi e i greci consumano ogni anno oltre un chilo di miele. Fuori dall’europa, questo dolce nettare è l’esportazione più importante di diversi paesi come ad esempio Cuba, davanti a zucchero e caffè, secondo l’ONU. A Cuba, il miele è apprezzato per il suo valore culinario, medicinale e spirituale. Quando ordinate il caffè qui all’Avana, il miele viene spesso presentato insieme allo zucchero. Questa pratica risale alla lotta per l’indipendenza del 1860, quando la produzione di zucchero è stata ridotta, e il popolo cubano ha da tempo riconosciuto i benefici per la salute del miele rispetto allo zucchero.
Sempre secondo il rapporto, nel nostro paese è stato rilevato un aumento nell’importazione del miele prima dalla Romania (che ne produce 34.999 tonnellate) e poi dalla cina (primo produttore mondiale di miele).
Tali importazioni stanno generando un divario di mercato per via dei prezzi più bassi rispetto al miele prodotto in Italia.
In generale il prezzo del miele è in forte ascesa dal 2001 ed è raddoppiato nel corso degli ultimi 7 anni (come viene rilevato da questo rapporto della UNA_API del 2014). Sembra che anche questo fattore, unitamente all’aumento della domanda interna, stia agevolando l’importazione da altri paesi. A causa della diversa regolamentazione sulla tracciabilità e sulla valutazione qualitativa dei paesi esteri di produzione (a volte inestistente) la stessa qualità del miele prodotto all’estero viene costantemente messa in discussione.
La qualità del miele
A fare la qualità del miele concorrono numerosi aspetti ed i primi elementi di qualità sono la genuinità e la salubrità del prodotto. Secondo la legge Italiana, è considerato miele solo il prodotto che sia fatto dalle api a partire da nettare o da melata: non esistono, in altre parole, mieli “artificiali” o fatti con lo zucchero; prodotti del genere non possono essere legalmente commercializzati. Niente conservanti, quindi, non ce ne sarebbe bisogno, ma neanche coloranti o aromatizzanti: l’aroma e il colore del miele sono quelli che gli derivano dalle piante bottinate dalle api. Tra i prodotti alimentari il miele è anche uno di quelli che può dare maggiori garanzie riguardo alla presenza di eventuali residui di sostanze estranee: anche in questo caso è la legislazione, con norme restrittive, a fare da guardiana alla salute pubblica, ma è la sua stessa natura ad assicurare la necessaria salubrità.
Un tema diverso invece è quello che riguarda “le miscele” di miele che sono un mix di diverse tipologie di miele che servirebbero, tra le altre cose, a mantenere il miele in forma liquida.
Come riconoscere mieli di qualità
Un criterio di qualità, è la buona conservabilità del prodotto, che è collegata a un basso contenuto d’acqua. In questo caso è l’apicoltore, o comunque chi commercializza, a selezionare i mieli in modo da garantirne la qualità sotto questo punto di vista. La legge, in questo caso, è molto permissiva, ma è anche interesse del produttore non mettere in commercio prodotti che rischiano di fermentare proprio per la presenza di acqua. I mieli fermentati si riconoscono facilmente già dall’aspetto schiumoso, con bolle di gas inglobate ed un’eventuale separazione tra la componente liquida e quella solida.
Separazione in fasi
Un sintomo di invecchiamento e di conservazione a temperatura eccessivamente elevata è la separazione di fasi, cioè l’evidenziazione di uno strato di miele liquido alla superficie del prodotto cristallizzato.
Il processo di cristallizzazione è un processo naturale ed avviene per diversi fattori. Il primo è il rapporto fra glucosio e acqua. Tutti i mieli sono costituiti da circa un 18% di acqua. In quest’acqua è disciolto il 70% circa di zuccheri monosaccaridi (fruttosio e glucosio) in percentuali a loro volta variabili. Si tratta quindi di una soluzione sovrassatura, ossia una soluzione nella quale la concentrazione del soluto (gli zuccheri) supera quella che il solvente (l’acqua) può contenere stabilmente, sicché il glucosio tenderà a separarsi dal solvente precipitando sottoforma di cristalli. Un secondo fattore che consente la cristallizzazione è il rapporto fra fruttosio e glucosio. Se il fruttosio predomina sul glucosio banalmente il miele tenderà a rallentare il processo di cristallizzazione restando a lungo liquido (si pensi al caso dell’acacia o del castagno). Al contrario, mieli nei quali la percentuale di glucosio è più alta (ad esempio gli agrumi e molti millefiori primaverili, il trifoglio, il girasole, timo, santoreggia etc.) avranno rapidi fenomeni di cristallizzazione. Naturalmente l’innesco della cristallizzazione avviene già nel momento dell’estrazione a freddo del miele, che agitando i cristalli ne facilita lo sviluppo, ma possiamo anche dire che la cristallizzazione è accelerata dalle basse temperature.
Cosa fare quando il miele si è cristallizzato?
Si può certamente riscaldarlo, anche a bagno maria, o più semplicemente tenendolo per qualche minuto fra le mani e rimescolandolo con un cucchiaio, o ponendolo per pochi minuti a contatto con una fonte di calore come un termosifone. In alternativa basta metterlo in freezer quando è ancora liquido, per bloccare la precipitazione dei cristalli. Noi preferiamo consumarlo così come si presenta. Infatti, anche i prodotti che hanno subito dei trattamenti termici devono essere considerati impoveriti rispetto agli equivalenti non riscaldati. E’ meglio diffidare quindi dei prodotti che vengono presentati allo stato liquido in una stagione in cui sarebbe lecito immaginarli già cristallizzati, a meno che non si tratti di robinia (acacia), castagno o melata: con ogni probabilità sono stati rifusi. E’ bene ricordare che sia la fusione che la pastorizzazione non hanno alcuno scopo igienico-sanitario e danneggiano irreparabilmente il prodotto, distruggendone la carica enzimatica.
Il miele e le sue proprietà benefiche
Miele di acacia
Sin dai tempi antichi il miele è diventato il concetto di cibo come medicina. Per i Sumeri oltre 4.000 anni fa per il suo uso come unzione e medicina. Il miele contiene vitamina C, complesso vitaminico B e minerali chiave come ferro, calcio e magnesio.
Il miele è ricco di proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
È stato dimostrato che il miele riduce l’infiammazione, ad esempio COX-2. Contiene molti potenti composti anti-infiammatori chiamati flavonoidi, come la quercitina. Il miele è un alimento base nella medicina tradizionale e è naturale. Tra le principali proprietà riconosciute al miele, ricordiamo: 1) Sedativo della tosse Secondo gli studi effettuati da parte degli esperti della Tel Aviv University, il miele può essere considerato come un sostituto dei comuni sciroppi per la tosse e somministrato la sera prima di coricarsi nella dose di un cucchiaino, come se si trattasse di un vero e proprio farmaco. I medici hanno potuto rendersi conto nel corso di una simile sperimentazione di come esso possa essere realmente efficace nel sedare la tosse, senza bisogno di ricorrere ad altri medicinali. 2) Proprietà antibiotiche Le proprietà antibiotiche del proprietà antibiotiche del miele applicato sulla pelle per uso topico erano ben conosciute da parte della medicina naturale tradizionale, ma furono presto dimenticate da molti con l’arrivo della penicillina e di pomate farmaceutiche per la cura di ustioni ed abrasioni. Secondo uno studio effettuato in Nuova Zelanda, il miele, con particolare riferimento alla varietà “Manuka”, conterrebbe una quantità di perossido di idrogeno che ne renderebbe benefica l’applicazione come antibiotico e disinfettante su piccole lesioni della pelle. 3) Proprietà antinfiammatorie Tra le proprie numerose caratteristiche ritenute benefiche per la salute, il miele presenta inoltre delle proprietà antinfiammatorie che rendono la sua applicazione adatta in caso di punture di insetti, con particolare riferimento alle punture di zanzara. Le proprietà antinfiammatorie del miele permetterebbero infatti di alleviare il prurito ed il rossore provocato dal contatto degli insetti con la nostra pelle. 4) Contenuto di antiossidanti Il miele è considerato come un alimento funzionale ricco di polifenoli, degli antiossidanti naturali che possono aiutare il nostro organismo nella prevenzione di numerose malattie e nel rallentare i processi di invecchiamento che lo coinvolgono con il trascorrere del tempo. Il miele è ritenuto in grado di proteggere l’organismo umano dall’azione svolta dai radicali liberi e di giovare inoltre alla salute del cuore. Bisogna tuttavia tenere conto di come alcuni pediatri preferiscano vietare che venga somministrato miele ai bambini di età inferiore ad un anno per i pericoli legati alle infezioni della tossina botulinica.
In sintesi, il miele merita di entrare tutti i giorni nelle nostre tavole ma è importante assicurarsi che sia di buona qualità.
All’interno dell’agriturismo sono riservati degli alloggi con posti letto per gli ospiti. Sono spaziosi e dotati di tutte le comodità. Sono posti al pianterreno. Hanno una spaziosa veranda esterna con una bellissima vista sulla campagna e i monti circostanti.
Tutti gli alloggi sono costruiti in legno e sono antisismici al 100%. Alcuni chalet hanno l’aria condizionata.
Gli ospiti possono scegliere tra:
solo pernottamento
mezza pensione
pensione completa
pernottamento e prima colazione.
Il nostro agriturismo in abruzzo è un ottimo B&B in natura
Gli alloggi sono autonomi (Acqua, riscaldamento). Anche l’ingresso è autonomo. Ottima logistica come agriturismo Ovindoli, Agriturismo Campo Felice, agriturismo Tagliacozzo.
La cucina offre menù biologici alla carte e degustazioni di carne, con una particolare attenzione alle tradizioni, ai prodotti freschi di nostra produzione e alle stagioni.
Sapore locale Abruzzese con ricette tradizionali e prodotti locali!
L’Agriturismo il Timo è circondato dal verde. Ha un bellissimo giardino con arredi raffinati , amache, un orto molto grande e piante da frutta.
C’è il vivaio, area giochi per bambini e una suggestiva Piscina con vista montagna circondata dal verde. Serviamo aperitivi e aperitivi cenati a bordo piscina.
Ci sono gli animali della nostra fattoria che possono essere visitati dai bambini.
Siamo uno dei pochi agriturismi in Abruzzo con piscina situati in montagna.
L’Agriturismo è immerso nel verde in una natura superba protetta a pochi passi da una continuità di PARCHI.
Parco Nazionale D’Abruzzo
Parco Nazionale del Gran Sasso
Parco nazionale della Maiella
Parco dei Monti della Laga
OASI DEL WWF
Si trova all’interno della Riserva orientata naturale del Monte Velino. È area naturale protetta della Regione Abruzzo istituita nel 1987. Occupa una superficie di 3.550,00 ha sul Monte Velino, nei territori di Magliano de’ Marsi e Massa d’Albe. Vicino alle piste da sci.