uova, zucchero, yogurt, olio, farina, lievito, cacao e amalgamate bene con una frusta o un frullatore elettrico in modo da rendere il composto cremoso e senza grumi.
Versate il tutto in uno stampo imburrato e infarinato; fate cuocere in forno statico caldo a 170° per circa 45 minuti.
Sformate il dolce e lasciatelo raffreddare.
Nel frattempo, mescolate il mascarpone con la nutella e, una volta raffreddata la torta, tagliatela a metà e farcirtela con la crema.
Lasciatela rapprendere in frigo almeno un’ora prima di servirla con un’abbondante spolverata di zucchero a velo.
LE VARIANTI DEL TIMO
Il ripieno può essere sostituito con la nostra confettura di lamponi, aggiungendo anche lamponi freschi!
5 pesche noci 200 gr di farina ’00 200 gr di yogurt greco 2 uova 150 gr di zucchero + 2 cucchiai per la glassatura 50 ml di olio di semi di girasole buccia di 1 limone 1 bustina di vanillina 1 bustina di lievito per dolci
di Giusy Pietrangeli
PREPARAZIONE
Montate le uova con lo zucchero, fino ad ottenere un composto spumoso e chiaro.Aggiungere la vaniglia e la buccia di limone, a filo l’olio, continuando a montare e poi lo yogurt a temperatura ambiente. Aggiungete infine la farina precedentemente setacciata con il lievito. A parte lavate bene le pesche, tagliatene 3 a pezzetti, le altre 2 tagliatele a fettine sottili. Versate le pesche in pezzi nell’impasto. Girate bene e versate l’impasto in una teglia apribile precedentemente imburrata e infarinata. Aggiungete in superficie le pesche a raggio. Cuocete la vostra torta in forno statico ben caldo a 180° per circa 40 minuti . La torta di pesche è pronta quando è ben caramellata in superficie. Ancora calda, in teglia, aggiungete sulla torta un paio di cucchiai di zucchero. Aspettate 10 minuti poi sformatela….
Un dolce goloso, fresco e facilissimo da preparare!
45′
facile
Dosi per 10 persone
INGREDIENTI
200 gr di frollini 250 gr di mascarpone 150 gr di panna fresca 4 tuorli 145 gr di zucchero a velo 2/3 foglioline di menta
Per la gelatina al rum 8 gr di gelatina in fogli 100 gr di rum scuro
Per lo sciroppo al lime 3 lime 2 cucchiai di zucchero di canna
di Giusy Pietrangeli
PREPARAZIONE
Preparazione Per la gelatina: Portare a bollore 150 gr di acqua, spegnere e mettere la gelatina e il rum; mescolare e lasciare intiepidire.
Per lo sciroppo: Grattugiare la scorza di un lime e mettere da parte, pelare il lime e tagliare la polpa a fettine sottili.
Portare a bollore 200 gr di acqua con lo zucchero, unite le fettine di lime e lasciate sobbollire a fuoco dolce per circa 10 minuti. Spegnete.
Per la crema: Montate i tuorli con lo zucchero fino ad ottenere un composto chiaro e spumoso. Incorporate il mascarpone e la panna montata e profumate con la scorza grattugiata del lime e la menta tritata. Sbriciolate i biscotti formando uno strato sul fondo dei bicchieri, bagnateli con un po’ di sciroppo e versatevi sopra la crema.
Completate con la polpa di lime e un pò di gelatina al rum. Proseguite a realizzare gli strati fino a riempire ogni bicchiere. Trasferite in frigorifero per circa due ore.
Il formaggio, alimento ottimo da gustare da solo, è anche un ingrediente fondamentale della cucina italiana, infatti può essere usato come condimento delle paste, risotti e zuppe, per farcire ravioli e crêpes, per arricchire pizze, polente e carni.
La comparsa del formaggio nell’alimentazione dell’uomo risale all’epoca preistorica, ovvero alla scoperta, probabilmente casuale, del fatto che il caglio, presente nello stomaco degli ovini, aveva la capacità di coagulare il latte fresco lasciato in ambienti caldi. Il prodotto nato da questa trasformazione si dimostrò subito un alimento prezioso, dal momento che si conservava meglio di molti altri cibi e che poteva sfamare in modo semplice e pratico. Sicuramente il latte migliore per la produzione del formaggio è il latte crudo non pastorizzato, ma per ragioni igienico sanitarie, la maggior parte dei formaggi viene prodotta con latte pastorizzato, ovvero sottoposto a trattamenti termico per assicurare la distruzione di tutti i microrganismi patogeni. Il latte si coagula in quanto la caseina si raggruma e, precipitando, imprigiona parte del lattosio, formando la pasta caseosa; contemporaneamente, una parte dell’acqua e del lattosio viene eliminata e costituisce il siero, dal quale si ricavano tutti i sottoprodotti (che non possono essere definiti formaggi), come la ricotta.
La grande varietà di formaggi italiani rende impossibile un’unica classificazione generale. I criteri con cui essi possono essere suddivisi sono molteplici: il tipo di latte utilizzato (vaccino, caprino, pecorino, misto), il periodo di stagionatura (i freschi sono quelli che non subiscono stagionatura, e stagionati a diverse maturazioni), il contenuto di grassi (grassi, con un contenuto di grassi maggiore al 42%; semigrassi e magri, inferiore al 20%), la consistenza, che dipende dal contenuto di acqua (pasta molle, con una percentuale maggiore di acqua; semidura, dura), la temperatura di lavorazione del cagliato (durante la lavorazione il cagliato può essere portato a temperature diverse e così si possono avere formaggi a pasta cruda, semicotta, cotta, con una temperatura di cagliata superiore ai 48°C).
Noi non produciamo i formaggi che utilizziamo, ma li scegliamo con cura e alcuni dei quali li acquistiamo da un’azienda che è membro della nostra rete di imprese “GREEN FARM”: “L’azienda Agricola Cofini”, che ci offre prodotti di alta qualità, genuini e semplici. Il produttore, Francesco Cofini è un agronomo e capacissimo nel rispettare le tradizioni delle produzioni locali.
Abbiamo una vasta selezione di formaggi, ci piace offrire prodotti con stagionature diverse, sapori e consistenze svariate. Partiamo dai formaggi a pasta molle per continuare con i semistagionati e per finire con quelli a pasta dura stagionati. Pecorino, primo sale, formaggi speziati di latte vaccino, ricotte e formaggi stracchinati. Il formaggio è un alimento praticamente privo di zuccheri. Gli zuccheri infatti, a noi piace apportarli con il miele o con le marmellate, di nostra produzione, e così, trovano il loro naturale alimento complementare, creando un equilibrio di gusto. In linea di massima, miele e marmellate si abbinano a formaggi di elevata aromaticità. Il miele di acacia può andar bene anche per formaggi di media aromaticità. Da tener presente che i formaggi freschi, invece, vengono “coperti” dall’aroma del miele. Inoltre, offriamo, come accompagnamento dei nostri formaggi, anche il marcetto, un prodotto tipico dell’entroterra abruzzese; un formaggio grasso, a lunga maturazione, a pasta molle, prodotto col latte di pecora, molto aromatico, umido, spalmabile, e cremoso. Oltre al miele, le confetture e il marcetto, i formaggi posso essere accompagnati anche da vari tipi di pane (aromatizzati o speziati), verdure, e frutta fresca o secca.
Nella nostra cucina i formaggi sono molto presenti, dagli antipasti, alla degustazione di formaggi; ai primi piatti, con salse e ripieni di paste fresche; nei piatti unici, con formaggi fusi o alla brace, come il pecorino in salsa di menta, o le scamorze al coccio con prosciutto, o con tartufo fresco, o alla brace; e non possono mancare come condimenti per la pizza.
Un piatto che, di recente, abbiamo servito ai nostri clienti sono gli gnocchi ai quattro formaggi, una ricetta facile e veloce. Provatela anche voi!
Ingredienti per 4 persone:
1 kg di gnocchi (che potete fare voi seguendo la mia ricetta!!)
250 ml di panna
250 ml di latte
25 gr di burro
25 gr di farina
200 gr di formaggi misti (parmigiano, emmenthal, scamorza affumicata, fontina)
Procedimento:
Tagliare tutti i formaggi in piccoli pezzi (tranne il parmigiano, che va grattugiato) e metterli a bagno nella panna. Bollire il latte in una casseruola e preparare a parte il roux, sciogliendo in un pentolino il burro e unendovi, fuori dal fuoco, la farina. Quando il latte prende a bollire, unire il roux caldo, un pizzico di sale e un po’ di noce moscata e cuocere per qualche istante. Unire i formaggi e la panna e, prestando attenzione a non lasciar attaccare il composto sul fondo, mescolare per qualche minuto a fuoco lento.
Una volta pronti gli gnocchi, cuocerli in abbondante acqua salata in leggero bollore, e, appena salgono a galla, sgocciolare con un mestolo trasferendoli nella casseruola dove è stata preparata la salsa ai quattro formaggi. Mantecare per qualche secondo e servire gli gnocchi ai quattro formaggi, caldi e filanti!
Un dolce goloso scenografico ottimo anche per feste di compleanno!
1h
facile
Dosi per 12 persone
INGREDIENTI
Ingredienti 170g farina 150g zucchero 125ml latte 75g burro 50g cacao amaro in polvere 30g fecola 4 uova 1 bustina di lievito Crema al mascarpone: 250g mascarpone 200g panna da montare 50g zucchero a velo
di Giusy Pietrangeli
PREPARAZIONE
In una ciotola lavorate il burro morbido con lo zucchero fino ad ottenere una crema, aggiungete i tuorli uno alla volta mescolando bene. Unite la farina, il cacao, la fecola e il lievito setacciati e amalgamate bene gli ingredienti. Aggiungete gli albumi montati a neve con un pizzico di sale. Mescolate delicatamente per non smontare il composto e infornate a 180° per 45 minuti
Crema al mascarpone: In una ciotola mescolate lo zucchero a velo con il mascarpone. Montate la panna ben soda e aggiungete la crema di mascarpone mescolando delicatamente per non smontare la panna.
Tagliare a metà la torta al cioccolato ormai fredda, farcirla con la nostra marmellata bio ai lamponi. Spalmare poi su tutta la superficie la crema di mascarpone preparata , guarnire poi tutto intorno con i togo e sopra i nostri lamponi bio, una spolverata di zucchero e servitela ai vostri ospiti.
Ingredienti per la base al cioccolato 180 g di farina 00 160 g di zucchero di canna 3 cucchiai di cacao amaro 6 cucchiai di olio di semi di arachidi 250 ml di acqua 1 cucchiaino di estratto di vaniglia 1 bustina di lievito per dolci 1 pizzico di sale 80-100 g di cioccolato fondente tritato 250 ml di panna da montare per il ripieno Fragole q.b. circa 10
Per la copertura 120 ml di panna liquida da montare 120 g di cioccolato fondente
Procedimento per la base al cioccolato In una ciotola aggiungete la farina, lo zucchero di canna, il cacao amaro, il pizzico di sale ed il lievito setacciati e mescolate. Aggiungete l’olio, l’acqua e l’estratto di vaniglia, mescolate con le fruste a bassa velocità fino ad ottenere un composto omogeneo. Aggiungete ora il cioccolato tritato e mescolate. Imburrate ed infarinate due tortiere del diametro di circa 20 cm. Cuocete in forno preriscaldato a 180° per circa 30 minuti, trascorso il tempo necessario di cottura sfornate, fate raffreddare ed estraetele dallo stampo. Comporre la torta cioccolato e fragole Montate la panna ben fredda a neve molto ferma. Prendete la prima base della torta e farcitela con la panna, aggiungete le fragole a tocchetti e richiudete con il secondo strato. Nel frattempo tritate il cioccolato fondente, fate riscaldare la panna in un pentolino fino a farle sfiorare il bollore, aggiungete il cioccolato tritato e mescolate per farlo sciogliere completamente. Lasciatelo raffreddare un pochino e poi fatelo colare sulla torta anche un poco sui bordi. Prima di consumarla farla riposare per almeno due tre ore in frigorifero, aggiungete le fragole sulla superficie come decorazione.
Conservate la torta cioccolato e fragole in frigorifero.
Dopo aver parlato a lungo delle crespelle, ecco a voi la ricetta base!
Tempi di preparazione: 50 minuti Difficoltà: facile Ingredienti per: 4 persone 4 uova 200 gr di farina 00 1 pizzico di sale 50 gr di burro fuso ½ l di latte intero
Procedimento: sbattete le uova, aggiungete il sale, il burro fuso, 1 dl di latte e la farina setacciata; mescolate il tutto con una frusta accuratamente, sino ad ottenere una pasta liscia e senza grumi, unite poi il resto del latte. Passate il composto al colino a maglia fine e lasciatelo riposare per una mezz’oretta in frigorifero, coperto con la pellicola trasparente. Versate una piccola quantità della pastella sul fondo della padella, precedentemente unta e ben scaldata, fate roteare la padella in modo da ottenere uno strato sottile del composto. Lasciate cuocere appena 10 secondi, poi staccate i bordi con la spatola, capovolgetela e cuocetela dall’altro lato per altri 5 secondi. Quindi adagiatela su un vassoio e la crespella è pronta per essere farcita e servita secondo la vostra fantasia! Buon appetito!
Le famose crêpes francesi in Italia si chiamano crespelle (con varianti regionali, come ad esempio proprio qui in Abruzzo vengono chiamate scrippelle) e comunque conoscono diverse varianti a seconda dei Paesi nelle quali si cucinano: le blinis russe (con lievito), le tortillas messicane (senza uova), ecc. Tutte ricette che nascono dallo stesso principio di base: cucinare sottilissime frittatine (cotte in una padella o su una piastra), quasi trasparenti, che si possono farcire in innumerevoli modi, seguendo scrupolose e tradizionali ricette o semplicemente dando libero sfogo alla propria fantasia. Questi “veli” di frittatine in realtà non nascono in Francia, ma hanno origine proprio in Italia. Gli storici sono infatti concordi nel rintracciare l’origine di queste frittatine a Roma, nel 472 d.C., quando papa Gelasio le “inaugurò”, secondo antiche cronache, in occasione della festa della Candelora (il 2 febbraio). La ricetta di quel tempo era a base di farina di frumento “vecchia”, cioè ottenuta con la precedente mietitura, e uova. Il nome italiano che fu dato a questa pietanza deriva dalla parola crispus, cioè arricciato, perché quelle frittatine di sola farina e uova tendevano ad arricciarsi facilmente. E pare proprio quindi, che quelle che oggi normalmente consideriamo come prelibatezze francesi importate poi successivamente in Italia, siano invece nate qui e arrivate oltralpe (dove l’impasto si è arricchito con burro e latte) grazie a qualche pellegrino che le aveva assaggiate e apprezzate in casa nostra. Le celebri crêpes Suzette, invece, condite con salsa all’arancio e Grand Marnier, sono una variante tutta francese e furono offerte per la prima volta alla bellissima attrice dell’Opéra Suzette, nel 1897 da Joseph, mâitre del ristorante Mariveaux di Parigi. Oggi le crespelle sono, in un certo senso, utilizzate in maniera equivalente alla pasta, perché, essendo un elemento neutro, né dolce né salato, possono essere condite o farcite con diversi alimenti e sono quindi molto versatili. Anzi, si può dire che in questo senso superano di gran lunga la pastasciutta vera e propria, in quanto largamente impiegate anche come dolci: condite o farcite con gelato, frutta, liquori, marmellate e salse varie di pasticceria. Nei primi piatti le crespelle possono avere mille formati, quadrate o tonde, arrotolate a cannolo, piegate a fazzoletto o a triangolo, ma anche presentate a fagottino chiuse con un laccio di porro, erba cipollina o spaghetto cotto, e possono essere condire in mille modi, ma di solito sono a base di besciamella densa aromatizzata a seconda del piatto che si sta preparando. La cottura avviene sempre in forno, dopo averle preparate con accuratezza in padella o sulla piastra, queste, una volta farcite, vengono disposte preferibilmente in una pirofila o in tegami di coccio monoporzione già su un letto di besciamella, così sistemate vengono poi velate di salsa, guarnite e cosparse di formaggio grattugiato, burro fuso e gratinate in forno per una decina di minuti a 200°. Le crespelle devono essere servite ben calde e gratinate. I fagottini vengono generalmente scaldati in forno senza salsa, la quale verrà messa poi ben calda sul fondo del piatto da servire e non sulla crespella, così da darle visibilità. Per presentare le crespelle in modo originale si può sostituire parte della farina con farine particolari (di castagne, di ceci, farine integrali, di farro, di grano saraceno) oppure aromatizzando il composto con triti aromatici. Si può anche colorare l’impasto unendo erbe tritate, come il prezzemolo, gli spinaci, lo zafferano o ancora con il concentrato di pomodoro. In questo caso conviene presentarle a fagottino così da poterne apprezzare le caratteristiche cromatiche. Per un’ottima riuscita delle crespelle seguite questi pochi consigli… – Realizzate un composto fluido, senza grumi, non troppo denso, in modo che possa essere ben distribuito sulla superficie della padella antiaderente; – Fate riposare il composto per qualche minuto prima di usarlo; – Riscaldate bene la padella o la piastra e ungetela leggermente, – Versate nella padella una piccola quantità di pastella e lasciatela cuocere per pochi secondi in modo che la crespella resti chiara; … e qui trovate la ricetta base con la quale potrete dare sfogo alla vostra fantasia!
Continuando il nostro viaggio tra le erbe aromatiche utilizzate da noi in cucina, come abbiamo già visto, abbiamo anche la melissa. Una pianta erbacea spontanea e perenne, della famiglia delle Labiateae, che cresce spontaneamente nell’Europa meridionale e nell’Asia occidentale. Il nome “melissa” deriva dal greco e significa “ape”, e ciò potrebbe essere legato al fatto che il profumo della pianta attiri le api che ne succhiano il nettare. Le foglie della melissa sono caratterizzate da un aroma molto gradevole, simile al limone: anche per questo la pianta ha nomi popolari come “erba limona” o “erba cedronella”. La melissa è utilizzata da migliaia di anni. Era infatti un elemento di cerimonie religiose nella civiltà di Efeso (nell’attuale Turchia), ed è citata come erba medicinale da Plinio il Vecchio. Durante il Medio Evo la melissa venne molto utilizzata come erba officinale, basti pensare che Carlo Magno ne ordinò la coltivazione nel giardino di ogni monastero del regno. L’alchimista Paracelso la definì elisir della vita e gli arabi la usavano come cura per la malinconia. Infatti, steli, foglie e fiori della melissa vengono utilizzati anche in fitoterapia per le proprietà sedative, coleretiche, aromatiche, antivirali, antibatteriche e antinfiammatorie della pianta. Fiori e foglie essiccati vengono usati per preparare tisane, infusi e decotti. L’olio essenziale presente nelle foglie, in grado di rilassare il sistema nervoso, è inoltre molto utile in caso di mal di testa. Le foglie di melissa (Melissa officinalis) hanno un aroma delicato e naturalmente dolce, che ricorda il limone e la menta, con un retrogusto rinfrescante. In cucina, le foglie fresche della melissa sono ottime per aromatizzare gelati e tisane, per arricchire insalate e insaporire ministre e carni, per aromatizzare piatti dolci e salati, salse, oli aromatici, marmellate e per preparare liquori casalinghi. Con il suo aroma fresco e agrumato, è ottima sia in piatti a base di pesce e frutti di mare, che per mitigare l’aroma intenso di agnello e legumi. La melissa è un ottimo accostamento per molte altre erbe aromatiche: perfetta con diverse varietà di menta, si sposa molto bene anche con il coriandolo fresco, di cui può mitigare l’aroma troppo intenso. Noi abbiamo impiegato la melissa in un primo piatto fresco e tutto estivo, i tonnarelli alla melissa! Ecco a voi la ricetta… Tempo di preparazione: 15 minuti Difficoltà: facile Ingredienti per: 4 Persone
– 450 gr di tonnarelli – 2 limone – qualche foglia di melissa – 10 gr burro – 1 dl panna da cucina – 1 cipolla bianca media – sale – pepe nero macinato
Procedimento: Cuocete i tonnarelli al dente (la ricetta dei tonnarelli freschi potete trovarla nell’articolo “come fare la pasta fresca all’uovo”). Nel frattempo, grattugiate la scorza dei limoni e spremetene metà mettendo da parte il succo. Fate appassire nel burro la cipolla sbucciata e tritata finissima e appena ha raggiunto il colore dorato aggiungete il succo di limone. Fate ritirare, mescolando di continui e poi versate la panna, mescolate e aggiungete i tonnarelli appena scolati e fate saltare per un attimo a fiamma viva. Spegnete il fuoco, unite la melissa tagliuzzata finemente, la scorza di limone grattugiata, e spolverizzate di pepe appena macinato, mantecate per qualche secondo e servite… ovviamente guarnendo con una foglia di melissa fresca!
I tonnarelli cacio e pepe, insieme alla pasta alla carbonara, sono un tipico primo piatto della cucina romana, un vero capostipite di tutte le pastasciutte. È una ricetta molto tradizionale ed antica, di quelle che non si sa la provenienza reale ma che solo i veri romani sanno preparare! Una ricetta davvero semplice, per prepararla occorrono solo due ingredienti: il pecorino romano e il pepe nero macinato. Molti sostengono che il pecorino da utilizzare sia quello sardo, ma seguendo molte delle ricette tradizionali e riconosciute, il pecorino utilizzato è proprio quello romano. La cacio e pepe può essere preparata con gli spaghetti o con i tonnarelli, il tipico formato di pasta fresca all’uovo, caratterizzato da una forma quadrata che ben si presta a raccogliere questo semplice e saporito sughetto a base di cacio romano. La cacio e pepe nasce in realtà, come molti dei piatti della nostra tradizione, come piatto povero dei pastori che migravano da una zona all’altra portandosi dietro provviste di cibo semplici da cucinare, e che si mantenessero a lungo! Prima di preparare la nostra cacio e pepe vi lascio però qualche consiglio per realizzare questo piatto ricco di gusto, semplice e genuino! – Quando cuocete la pasta all’uovo fresca, soprattutto se artigianale, evitate di aggiungere l’olio di oliva nell’acqua di cottura, risulterà sicuramente più buona e sarà impossibile che si attacchi; – La temperatura dell’acqua aiuterà a sciogliere il pecorino in base alla sua stagionatura, più è stagionato il pecorino più l’acqua dovrà essere di temperatura elevata; – Una volta aggiunti il cacio e il pepe evitate di rimettere la pasta sul fuoco vivo, in quanto si creerà solo un ammasso di formaggio colloso, evitando così di creare un sughetto cremoso; – Evitate di aggiungere troppa acqua, altrimenti durante la mantecatura il pecorino tenderà ad aggrumarsi rifreddandosi. L’ultimo passaggio, quello della mantecatura, deve essere un passaggio molto veloce! Ecco a voi la ricetta…
Tempo di Preparazione: 15 minuti Difficoltà: molto facile Ingredienti per: 4 persone
450 gr di tonnarelli 200 gr di pecorino romano 100 gr d’acqua calda sale grosso 10 gr pepe nero macinato al momento
Procedimento: Portate a bollore abbondante acqua. Salatela con una manciata di sale grosso e tuffateci dentro i tonnarelli (che potete fare voi seguendo la ricetta “come fare la pasta fresca fatta in casa”). Nel frattempo, grattugiate il pecorino romano. Mettete l’acqua calda in una pentola antiaderente assieme al pecorino ed emulsionate con una forchetta, fino ad ottenere una salsa. Scolate la pasta e versatela direttamente nella padella. Ricordatevi di conservare un mestolo di acqua di cottura della pasta. Accendete il fuoco sotto la padella, aggiungete il mestolo d’acqua di cottura e iniziate a saltare il tutto. Quando i tonnarelli diventeranno belli cremosi, spegnete il fuoco e spolverizzate con abbondante pepe nero. Mescolate velocemente e impiattate. Rifinite il piatto con altro pepe nero e una spolverata di pecorino e servite subito…. e buon appetito!
All’interno dell’agriturismo sono riservati degli alloggi con posti letto per gli ospiti. Sono spaziosi e dotati di tutte le comodità. Sono posti al pianterreno. Hanno una spaziosa veranda esterna con una bellissima vista sulla campagna e i monti circostanti.
Tutti gli alloggi sono costruiti in legno e sono antisismici al 100%. Alcuni chalet hanno l’aria condizionata.
Gli ospiti possono scegliere tra:
solo pernottamento
mezza pensione
pensione completa
pernottamento e prima colazione.
Il nostro agriturismo in abruzzo è un ottimo B&B in natura
Gli alloggi sono autonomi (Acqua, riscaldamento). Anche l’ingresso è autonomo. Ottima logistica come agriturismo Ovindoli, Agriturismo Campo Felice, agriturismo Tagliacozzo.
La cucina offre menù biologici alla carte e degustazioni di carne, con una particolare attenzione alle tradizioni, ai prodotti freschi di nostra produzione e alle stagioni.
Sapore locale Abruzzese con ricette tradizionali e prodotti locali!
L’Agriturismo il Timo è circondato dal verde. Ha un bellissimo giardino con arredi raffinati , amache, un orto molto grande e piante da frutta.
C’è il vivaio, area giochi per bambini e una suggestiva Piscina con vista montagna circondata dal verde. Serviamo aperitivi e aperitivi cenati a bordo piscina.
Ci sono gli animali della nostra fattoria che possono essere visitati dai bambini.
Siamo uno dei pochi agriturismi in Abruzzo con piscina situati in montagna.
L’Agriturismo è immerso nel verde in una natura superba protetta a pochi passi da una continuità di PARCHI.
Parco Nazionale D’Abruzzo
Parco Nazionale del Gran Sasso
Parco nazionale della Maiella
Parco dei Monti della Laga
OASI DEL WWF
Si trova all’interno della Riserva orientata naturale del Monte Velino. È area naturale protetta della Regione Abruzzo istituita nel 1987. Occupa una superficie di 3.550,00 ha sul Monte Velino, nei territori di Magliano de’ Marsi e Massa d’Albe. Vicino alle piste da sci.